- Cli-Fi, il genere letterario “ecologista” che racconta i cambiamenti climatici
by Beatrice Cristalli
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[Beatrice Cristalli nasce nel 1992 a Piacenza. Laureata in Lettere con una tesi in Critica leopardiana presso l'Università degli Studi di Milano, prosegue la carriera accademica frequentando il biennio specialistico. Il suo blog è stato inserito nello Spotlight "scrittori" sul portale Tumblr. Scrive per Cultora, Educazione&Libertà e fa parte della redazione di GiovaniGiornalisti (Msc). ]
Avvicinandosi alla climatologia, alla sociologia, alla filosofia della scienza e all’economia ambientale, Adam Trexler, autore di Anthropocene Fictions. The Novel in a Time of Climate Change, sostiene che il romanzo sia diventato uno strumento essenziale per comprendere il mondo in un’epoca di violenti cambiamenti climatici. La narrativa, infatti, trasformando le percezioni astratte in esperienze soggettive, offre al lettore una visione di ciò che potrebbe accadere sul nostro pianeta o di ciò che sta già accadendo nel silenzio della nostra routine. Far North non rappresenta un unicum, anzi, si inserisce in una precisa linea letteraria, la Climate Change Fiction, meglio conosciuta come Cli-Fi: la definizione è stata coniata nel 2007 dallo scrittore e giornalista nordamericano Dan Bloom per identificare un genere che si occupa di presentare, attraverso visioni, le possibili conseguenze del cambiamento climatico, dell’inquinamento e del riscaldamento globale sulla civiltà umana. Una responsabilità letteraria che vede una preparazione scientifica sull’argomento, nonché un’abilità narrativa relativa alla conversione di quest’ultima in intrecci coinvolgenti e credibili per il pubblico. Con scrittori quali Michael Crichton, Paolo Bacigalupi, Ian McEwan, Mark Martin, e altri ancora, la Cli-Fi, grazie alla potenza dei social network, si aggiudica un posto del tutto autorevole all’interno del panorama editoriale: vanta non solo di un frequentatissimo hashtag su Twitter, ma anche di due liste create dai lettori su Goodreads e diversi gruppi su Facebook. Recentissimo l’ultimo successo che conferma il riconoscimento del titolo di genere: college e università di tutto il mondo hanno ufficializzato l’inserimento della Cli-Fi nei programmi curricolari e nei laboratori di letteratura. La professoressa Jennifer Wicke afferma che è giunto il momento di abbandonare l’idea della separatezza delle discipline. La Cli-Fi può, attraverso la realtà, la finzione, la percezione soggettiva e l’aiuto di differenti campi di studio, rimodellare e riadattare vecchi miti alla nostra età antropogenica, costringendoci a riconsiderare il nostro posto nel mondo. Tuttavia, non si tratta di un concetto completamente nuovo. Secondo il The Atlantic, in virtù di uno stretto legame tra umanità e natura, è riconoscibile un orientamento verso la Cli-Fi in Shakespeare, e ancora in Jules Verne, anche se il tema del mutamento climatico operato dall’uomo non compare nella letteratura fino a buona parte del ventesimo secolo. Sarà con J.G. Ballard, e in particolare con il romanzo The Wind from Nowhere, che si aprirà definitivamente la strada alla “narrazione ambientale”. Ma, nel nostro presente, grazie ad una maggiore consapevolezza pubblica dei cambiamenti climatici, la popolarità dell’argomento ha reso la Cli-Fi un vero fenomeno letterario della modernità. C’è anche chi crede che possa avere un peso nello smuovere le coscienze: «Sentendosi parte di una storia si ha una percezione più precisa, più forte di quello che potrebbe accadere. La conoscenza di questi scenari attraverso il nostro lato emozionale, può dare davvero una scossa all’opinione pubblica e portare a una pressione sui governi per l’adozione di misure lungimiranti, per evitare gli scenari peggiori», ha dichiarato in un’intervista Bruno Arpaia, uno dei primi scrittori italiani ad aver sposato il genere della Cli-Fi. Il romanzo, dunque, ci offre ancora tempo per ripercorrere la nostra storia e riconoscere le cause del cambiamento. E questa è la forza della letteratura: fornirci esperienze per illuminare le verità della condizione umana.
Cli-Fi, the literary genre "ecologist" that tells the story of the climate change
Makepeace Hatfield, the heroine of the novel Cli-Fi Marcel Theroux, Far North, is one of the last survivors of a siberian settlement. The background dominate abandoned cities and poisoned, a wildlife occasional, a suffocating gray. The Earth, completely transformed by global warming, is now home to human society radioactive and violent. "goodness lives only when time permits," says Makepeace, who knows well the past - Human error - but remember the taste of hope: embracing the familiar remembrance of American settlers, is promoting a new civilization that rediscovers the humility and the nothing. We are in the future or in any case in a future possible.
Approaching the climatology, sociology, the philosophy of science and environmental economics, Adam Trexler, author of Anthropocene fictions. The Novel in a time of Climate Change, argues that the novel has become an essential tool to understand the world in an era of violent climate change. The fiction, in fact, transforming the abstract perceptions in subjective experiences, offers readers a vision of what might happen on our planet or what is already happening in the silence of our routines. To the North is not a unicum, indeed, fits in a precise line literary, the Climate Change Fiction, better known as Cli-Fi: the definition was coined in 2007 by the writer and journalist North American Dan Bloom to identify a genre of literary fiction (which has nothing to do with sci-fi and is not part of sci-fi at all) that deals with submit, through visions, the possible consequences of climate change and pollution and global warming on human civilization. A literary responsibility that sees a scientific preparation on the topic, as well as a narrative ability on the conversion of the latter in interlacements immersive and credible for the public. With writers such as Michael Crichton, Paolo Bacigalupi, Ian McEwan, Mark Martin, and others, the Cli-Fi, thanks to the power of the social network, won a place entirely authoritative inside the panorama editorial: boasts not only a highly frequented hashtags on Twitter, but also of two lists created by the readers on Goodreads and different groups on Facebook. Recent the last success which confirms the recognition of the title of genre: colleges and universities all over the world have formalized the insertion of Cli-Fi in curriculum and in the laboratories of the literature. Professor Jennifer Wicke says that now is the time to abandon the idea of the separation between disciplines. The Cli-Fi can, through the reality, fiction, subjective perception and the help of different fields of study, remodel and repurpose old myths to our age anthropogenic, forcing us to reconsider our place in the world. However, this is not a completely new concept. According to the the Atlantic, in virtue of a close link between humanity and nature, is recognizable to an orientation toward the Cli-Fi in Shakespeare, and yet in Jules Verne, even if the theme of climate change operated by man does not appear in the literature up to a good part of the twentieth century. Will be with J.G. Ballard, and in particular with the novel The Wind from nowhere, which will open definitively the road to "environmental narration". But, in our present, thanks to a greater public awareness of climate change, the popularity of the topic has made the Cli-Fi a true literary phenomenon of modernity. There is also someone who believes that it can have a weight in touch consciences: "feeling as part of a history it has a more accurate perception, stronger than what could happen. The knowledge of these scenarios through our emotional side, can give a really shaken public opinion and lead to a pressure on the governments for the adoption of measures far-sighted, to avoid the worst-case scenarios", stated in an interview Bruno Arpaia, one of the first Italian writers to have married the genre of Cli-Fi. The novel, therefore, gives us more time to retrace our history and
retrace our history and recognize the causes of the change. And this is the strength of the literature: give us experiences to illuminate the truth of the human condition.
1 comment:
Grazie per aver pubblicato il mio articolo sul vostro portale!
A presto,
Beatrice Cristalli
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